L’Orto di Silvia è inserito in un’azienda agricola polesana, nel comune di Ceneselli (Rovigo), in località Granarone.
Le radici storiche sono quelle del fondo denominato I Livei (i Livelli), in riferimento alle quote dei contratti di enfiteusi che un tempo avvenivano tra proprietari latifondisti ed i bonificatori, la cui nascita è riconducibile alla prima metà del 1600, quando il Marchese Enzo Bentivoglio inizia la sua importante attività di bonifica nelle zone paludose dell’alto Polesine assieme al Conte anconetano Alessandro Nappi.
Questa zona rappresentò per anni un sottile cuscinetto di confine con la Repubblica di Venezia (La Serenissima); solo dopo il Congresso di Vienna del 1814-1815 la Transpadana Ferrarese passò definitivamente sotto il controllo veneziano.
L’ambizioso progetto di bonifica fu presentato nel 1608 al Papa Paolo V che lo accettò incaricando ai Bentivoglio la sistemazione della grande palude la quale, una volta risanata, avrebbe giovato di 20 anni di agevolazioni finanziarie e terreni fertili per le coltivazioni.
Fu un’impresa difficilissima e una volta portata a termine, causò la rovina finanziaria della famiglia Bentivoglio.
Si tratta sicuramente di una delle opere di risanamento storiche più importanti e permise di incanalare le acque ferme degli acquitrini in nuovi ed efficienti scoli verso il fiume Po. Tra questi il cavo Nappi e il cavo Bentivoglio, lungo il quale si trova oggi l’Orto di Silvia.
Subito dopo la bonifica, sopra le nuove terre fertili, iniziarono a nascere nuove fattorie (le boarie in dialetto locale) che richiamavano numerosi i braccianti.
Per far fronte ai periodi di carestia, piuttosto frequenti, in località Arquelle, venne edificato un grande granaio utilizzato da ammasso e stiva. Successivamente alla costruzione di questa imponente struttura la località prese il nome di Granarone.
Nel corso dei secoli l’attività di queste aziende e delle famiglie che vi lavoravano rimase pressoché invariata, durante il periodo bellico della prima e seconda guerra mondiale, queste strutture rappresentavano per coloro che vi vivevano una garanzia, in quanto fonte di riparo e di sussistenza.
Nonostante ciò, questo terreno, per le caratteristiche di elevata fertilità, per la presenza di humus, per la sua tessitura a medio impasto argilloso e la buona struttura si presenta ideale anche per colture ortofrutticole.